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Non ci crederete ma "la filosofia è 'cool'"! Ovvero può essere percepita come attuale, interessante, attrattiva.

E’ un insight che ho avuto in occasione di un evento Hub Dot (una rete internazionale di donne molto di tendenza) quando, nel presentarmi, mi sono definita una filosofa e sono stata interrotta da applausi e manifestazioni di consenso da parte delle tante donne presenti.

La loro reazione è stata così accogliente e positiva che mi sono davvero meravigliata perchè di solito, quando mi definisco filosofa o accenno alla filosofia, mi imbatto in un pregiudizio negativo, più o meno esplicito. Nella maggior parte dei casi, la filosofia viene considerata qualcosa di astratto e piuttosto inutile. Per questo spesso mi affatico nel presentarla, invece, come qualcosa di davvero essenziale, non un accessorio, nè un vezzo.

Il problema, ho il sospetto, che non sia affatto la filosofia in sé, quanto piuttosto l’immagine che i filosofi stessi per primi trasmettono di sé e della filosofia. Il punto è come e dove ne parliamo, in quali termini, in quali contesti. E allora perchè definire ‘cool’ la filosofia? Perchè è attuale, può generare interesse e suscitare nelle persone curiosità, diventare una ‘tendenza’. Si tratta di parlarne in modo attrattivo, di declinarla e farla percepire come una risposta efficace a esigenze e questioni attuali.

La vera grande sfida, allora, consiste nel proporre la filosofia in maniera 'cool', riuscire cioè a parlare del pensiero - e dell’importanza del pensare bene per l’agire bene - con un linguaggio accattivante, ma non per questo approssimativo, impreciso o sciatto. Il segreto sta nel riuscire a parlare delle cose complesse in maniera interessante e semplice, alla portata di tutti.

Per me filosofia è essere aperti alle novità e in costante ricerca, pronti a stupirsi, significa scegliere di stare in una posizione curiosa e dialogante e anche, aggiungerei, avere uno spirito avventuroso.

Oggi, per non sentirsi schiacciati, si può imparare a muoversi con una certa ‘disinvoltura’ nella complessità che si manifesta nelle situazioni meno comuni così come nel quotidiano. Per farlo sono indispensabili coraggio e visione. 

Per la mia esperienza, tra tante, tre mi sembrano essere le cose fondamentali da curare:

Per esempio, visto da una certa distanza - se proiettiamo e immaginiamo qualcosa che ci affligge tra dieci anni o, al contrario, se ricordiamo ciò che ci affliggeva dieci anni fa - quello che oggi ci preoccupa assume le dimensioni di un microbo. 

Gli stoici sostenevano che quando una situazione ci sembra troppo difficile o dolorosa è utile pensare di viverla istante per istante. L’istante infatti è un attimo che mentre lo pensiamo è già passato. Ridotto a una sequenza di attimi di presente, il problema che ci opprime scompare e diventa affrontabile. Il presente infatti è l’unica realtà.

Se poi riuscissimo a oltrepassare i confini del nostro ego, se abbandonassimo una prospettiva ego-centrica  - o anche etno-centrica - e provassimo ad allargare lo sguardo, sicuramente riusciremmo a vedere le cose da una prospettiva più ampia e sfaccettata. Ci collocheremmo in una prospettiva eco-centrica in grado di farci sentire parte di un Tutto più grande di cui prendersi cura e che si prende cura (di noi).

Quello di cui abbiamo oggi un gran bisogno, a mio parere, è di saper condurre bene i nostri pensieri, di andare alla sostanza delle cose, cercando i nessi, allacciando fili, sapendo vedere le relazioni tra gli elementi.

Gregory Bateson, il padre dell’approccio sistemico, diceva che le relazioni sono molto più importanti delle cose - le cose non esistono, esistono solo le relazioni - ed è a queste che bisogna saper guardare per comprendere il mondo e noi stessi nel mondo. 

Filosofia dunque, per me, è questa attenzione alla dimensione più ampia e alle relazioni, è capacità di vedere e creare nessi e di costruire argomentazioni consistenti per parlare del mondo e della vita.

Per questo penso che sia molto attuale e necessaria.

Filosofia, dal punto di vista etimologico, è amore - tensione - alla conoscenza, cioè ricerca costante. E’ continua costruzione consapevole del pensiero su cui fondare il nostro agire.  

Quello che facciamo è sempre fondato su quello che pensiamo anche se non ne siamo consapevoli. Se ‘pensiamo male’ - se la costruzione dei nostri pensieri non è corretta - agiamo male. Dal pensare male deriva, a mio parere, la maggior parte dei mali del mondo. Dobbiamo, quindi, prenderci massimamente cura dei nostri pensieri.

E ancora, filosofare è ricercare insieme, è dialogare. Oggi più che mai abbiamo bisogno di uscire da una dimensione singolare - individuale e spesso individualistica - per riallacciare legami, per trovare connessioni.

Siamo nell’era della rete e siamo connessi per definizione, facciamo in modo che questa connessione non sia solo qualcosa che riguarda solo il nostro 'fuori' ma sia, piuttosto, qualcosa che ci consenta di stare costantemente in un dialogo consapevole facendo fluire il pensiero attraverso di noi mosso dagli stimoli forniti da altri.

Il libero fluire di pensieri nel dialogo, infatti, ne genera di nuovi, i quali, a loro volta, potranno essere propulsori di un nuovo agire in grado di contribuire ad attuare quel cambio di paradigma di cui tutti sentiamo forte il bisogno. 

Ritrovare la capacità di meravigliarsi, avere una visione ampia e sistemica, sapersi porre in una prospettiva di medio lungo periodo, sviluppare e coltivare una capacità immaginativa e creativa diffusa, saper trovare e dare senso. Tutto questo è vitale per evolvere e ‘aiutare il futuro ad emergere’.

Nel nostro piccolo, umilmente, con la nostra Bottega Filosofica vogliamo - e possiamo - aiutare le persone e le organizzazioni a ‘pensare meglio’ per vivere meglio, per prendere decisioni migliori e per stare più responsabilmente nel proprio ambiente o nel proprio mercato.

La filosofia non è solo un ‘cosa’ - la storia del pensiero attraverso chi se ne occupato con passione - è anche, e soprattutto, un ‘come’.  Praticare la filosofia significa assumere una postura, un atteggiamento mentale che partendo dal presupposto di non avere certezze o verità assolute, fa essere in continua ricerca, fa mettere costantemente in discussione quello che si sta facendo e i suoi risultati senza sedersi sugli allori, fa stare sempre attiva la mente, fa praticare l’osservazione continua e un ascolto profondo. 

Con queste premesse, se qualcuno mi chiede cosa facciamo in Bottega Filosofica posso rispondere che pratichiamo la filosofia occupandoci con grande passione di questioni e situazioni molto interessanti - e spesso anche nuove - cercando di stare ‘sulla frontiera’. Per questo sviluppiamo, curiamo e siamo attivamente presenti anche in diverse reti internazionali. 

Gli ambiti nei quali ci piace di più agire sono quelli dello sviluppo della leadership autentica, della gestione del cambiamento e delle transizioni, dell’innovazione  personale, sociale e organizzativa.

La nostra peculiarità, rispetto a colleghi che si occupano di temi analoghi, è avere un atteggiamento filosofico. Per noi questo vuol dire più che mai essere ‘dentro’ le cose di cui ci occupiamo, essere attenti, essere alla ricerca, essere appassionati e critici praticando, come lo definiva Cartesio, il dubbio sistematico.

Vivendo e lavorando così, mantenendoci fedeli a noi stessi pur nel continuo cambiamento, testimoniamo quotidianamente che questo è utile e possibile. Questo ci consente di aiutare i nostri clienti ad assumere un atteggiamento simile mostrando loro che può essere molto efficace non solo per ‘tenere la mente allenata’, ma soprattutto per intraprendere  azioni che hanno un impatto migliore e che generano valore per se stessi e per gli altri, nel mondo del business così come nella propria vita privata.

 

L'immagine è Hollyhock pink with pedernal, un'opera di Georgia O'Keeffe (1937)