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Il termine filosofia è di origine greca (in greco antico il termine φιλοσοφία, traslitterato in philosophía è un composto di φιλεῖν (phileîn), ‘amare’, e σοφία (sophía), ‘sapienza’  e può essere tradotto letteralmente come ‘amore per la sapienza’.

La parola filosofia evidenzia, quindi, un nesso fondamentale fra il sapere e l’amore, inteso non tanto nella sua forma passionale (anche se l’ eros, il desiderio è, per Platone, il movente fondamentale della ricerca filosofica), ma in un’accezione più vicina al sentimento dell’ amicizia.

Per quanto riguarda il termine ‘sophia’, questo fa oscillare il significato di ‘filosofia’ tra due opzioni: nella prima, la (filo) ‘sofia’ coincideva con la saggezza (nel senso dell’educazione, della ricerca, della formazione culturale personale). Nella seconda, quasi opposta, (filo) ‘sofia’ assume il significato di dottrina scientifica ben delineata, quella che Aristotele chiama ‘filosofia prima’ intendendo sia i principi primi, le cause prime, le strutture essenziali degli esseri, sia il pensiero che studia il primo principio di tutto.

Nel senso greco del termine ‘saggio’ troviamo la compenetrazione delle due possibilità: il saggio, infatti, non è l’uomo perso nelle sue riflessioni teoriche ma piuttosto egli, pur detenendo un sapere considerato ‘astratto’, possiede invece l’abilità di farne un uso concreto, pratico. La filosofia viene così intesa come ‘stile di vita’, come ‘saper vivere’, in una profonda unità di teoria e prassi.

Nell’antichità, la filosofia non era intesa come «riflessione astratta su temi astrusi» e pertanto «perdita di tempo per noi persone impegnate a vivere e lavorare tutti i giorni» - «Qui non si fa filosofia!» - quanto piuttosto come orientamento esistenziale (intrinseco, quindi, alla nostra esistenza) alla ricerca e alla conoscenza. La sua finalità era vivere meglio, tenere a bada le paure, l’ansia e l’angoscia derivate dal mistero delle Vita, del Mondo e di Dio e convivere in serenità con l’incertezza dell’esistenza adoperandosi per il bene comune.

La filosofia antica greca e latina, per come l’hanno letta studiosi quali Hadot e Foucault (filosofi francesi del ‘900), pertanto, era caratterizzata da una ricerca costante della felicità e della virtù. Questa ricerca non era solo teoretica, implicava una prassi, fatta di esercizi, allenamenti, dialoghi, confronti critici, sperimentazioni sul campo. Filosofia e allenamento delle potenzialità umane a quei tempi erano visti come inscindibili.

In questo senso la filosofia si pone come un sapere che ha tra i propri obiettivi quello di rendere possibile una reale tras-formazione degli individui: la direzione è quella di un esercizio di libertà e di una assunzione di responsabilità rispetto alla propria esistenza e al proprio lavoro, che possono condurre a esiti innovativi e creativi.

«L’esercizio filosofico non si situa solo nell’ordine della conoscenza, ma nell’ordine del sé e dell’essere: è un progresso che ci fa essere più pienamente, che ci rende migliori. E’ una conversione che sconvolge la vita intera, che cambia l’essere di colui che la compie. […] Non si tratta di un semplice sapere, ma di una trasformazione della personalità» (P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, Einaudi, Torino).

In che senso per me, quindi, praticare il coaching è filoso-fare, praticare la filosofia?

Ogni essere umano, indipendentemente dalla sua cultura e dall’estrazione sociale, ha una propria ‘visione del mondo’, in base alla quale interpreta la realtà che lo circonda, reagisce a essa, la giudica, vi interviene. Nella maggior parte dei casi, questa visione del mondo non è stata sottoposta a un esame critico ma piuttosto accolta come una convenzione invalsa e indiscutibile.

La complessità del mondo contemporaneo rende sempre più difficile elaborare visioni della realtà sufficientemente ampie e coerenti da permettere a ciascun individuo di affrontare con fiducia la ‘sfida’ della libertà: scegliere ogni volta in modo consapevole e autonoma.

Chi si rivolge a me,oltre a desiderare di raggiungere degli obiettivi, sente l’esigenza di riflettere sul proprio modo di vivere e sui propri desideri autentici,  aumentando la propria consapevolezza nelle scelte, senza affidarsi ai sempre più deboli principi d’autorità come la famiglia, le religioni, le ideologie, l’azienda. Sente il bisogno di fondare autenticamente la propria esistenza e, di conseguenza, anche gli obiettivi che si dà e il modo di raggiungerli.

Filoso-fare, con i miei clienti, è, quindi essenzialmente, un libero esercizio critico di dialogo, che tende alla comprensione e all’ ampliamento delle visioni del mondo, sulla base del fatto che pensare in modo vasto sia il presupposto essenziale per vivere  bene la vita.

 

L'immagine è Elasticità, un'opera di Umberto Boccioni (1912)